Lo sguardo su me stesso #2 - GN

GIORGIO NISINI
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Lo sguardo su me stesso #2

Breve dialogo sulla finzione
Una chiacchierata con Giorgio Nisini sui nuovi romanzi in cantiere e sul suo rapporto con la finzione.

Grazie per questo breve scambio di battute. Volevo chiederti in primo luogo se stai lavorando a un nuovo romanzo?
Grazie a te per il tempo che mi dedichi. E sarà proprio il tempo il protagonista della mia nuova storia, che spero di completare entro la fine dell’anno. Per ora non posso dirti di più.

Il tempo… interessante. Non ti chiedo nulla sulla trama, sul plot ecc., solo una domanda: quale è il tuo rapporto tra autobiografia e finzione?
Domanda classica e complessa. La maggior parte delle cose che racconto non è autobiografica, parlo spesso di cose anche molto lontane dalla mia vita, ma la biografia è sempre sullo sfondo.

E come fai a parlare di cose "lontane" dalla tua vita?
Avvicinandomi il più possibile. Voglio dire, nello scrivere di un sentimento, di un’emozione, di un fatto che non ho vissuto o sperimentato personalmente, devo ricorrere all’informazione – dunque allo studio di un determinato fenomeno che voglio raccontare – ma anche all’osservazione più diretta possibile, più vicina al confine anche senza necessariamente viverla.

Puoi spiegarci meglio?
Faccio un esempio abbastanza paradigmatico: da alcuni anni sto scrivendo un libro sulle perversioni. Non è esattamente un romanzo, direi più un incastro di storie dentro una grande rete narrativa. Non so se riuscirò a finirlo, è un libro molto difficile da scrivere, devo giocare su un filo molto sottile tra ironia (un po’ alla Woody Allen, cosa del tutto fuori dal mio registro) e drammaticità. Insomma, avevo bisogno di analizzare la reazione emotiva di persone che, almeno all’apparenza, hanno una vita relazione normale, di fronte alla confessione di una perversione, e così ho fatto un esperimento tra un gruppo di miei amici e amiche: ho confessato loro, fingendo, alcune mie perversioni simulate e ho “registrato” il loro diverso modo di apprendere l’informazione. È incredibile la gamma di reazioni che ho suscitato, tra chi si è scandalizzato e chi si è aperto confessandomi i suoi segreti più intimi (in questo caso però veri).

Quindi hai simulato per ottenere un effetto realtà?
Qualcosa di simile. Voglio dire, se a un vostro amico dite: "parteciperesti a un'orgia?", lui potrebbe non essere sincero, potrebbe temere un giudizio morale; ma se a quello stesso amico confidate che voi avete già partecipato a un'orgia - non importa che non sia vero - e gli chiedete se vuole essere coinvolto, cambia il punto di vista: il timore del giudizio morale decade perché siete voi stessi ad esservi esposti, anzi, a quel punto rischiate di diventate il bersaglio. Attenzione però, a me non interessa scandalizzare o usare la chiave della sessualità come possibile attacco all'etica borghese, o al sistema borghese, come poteva fare Pasolini (a cui tra l'altro si deve un'opera teatrale come Orgia), ma analizzare le reazioni delle persone attorno a me, studiarle psicologicamente per poi raccontare i tanti meccanismi che si sviluppano: scandalo, compartecipazione, sorpresa, emozione, tentazione ecc.

E quando hai detto che si trattava di una finzione?
Hanno capito il mio lavoro. Ma non è questo il punto, non è la finzione, come dici tu. Il punto è il confine tra verità e finzione. Il mio lavoro è giocare con questo doppio piano, io invento storie, ma devo creare una simulazione di realtà, anche in maniera ambigua. Penso a un romanzo come Invisibile di Paul Auster: si narra di un fratello e di una sorella che decidono di fare l’amore, ma il narratore scombina le carte e non dà una risposta certa a chi sta leggendo: è accaduto davvero? O è solo una fantasia mai realizzata? Ma se anche fosse accaduta si tratta appunto, pur sempre, di un romanzo.

Lo finirai questo libro sulle perversioni? Vuoi dirci qualcosa di più?
Non lo so, è un progetto in background che va avanti nel tempo. Lo pubblicherò solo se risponderà all’idea che ho in testa. Ora penso a chiudere il romanzo.

Intervista di Luca Moretti
Maggio, 2018

 
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